Qualche settimana fa Mara Gotti, tostissima copywriter e web designer di www.webchecomunica.it è stata al concerto degli Avenged Sevenfold e adesso ci racconta questo mirabolante concerto!
Avenged Sevenfold in concerto a Milano: Welcome To Te Family!
Di Mara Gotti
Assago (Milano), Mediolanum Forum, 23 novembre 2013. Buio, freddo, pioggia ad intermittenza e una coda durata circa un’ora. Come inizio, niente male, insomma.
Il tempo di trovare il posto giusto, nella fila giusta, nel settore giusto e sono pronta per godermi la serata.
Serata che parte nel migliore dei modi, con una band svedese mai sentita prima: gli “Avatar”. Il buio squarcia la luce e prendono il via le prime note. Fasci rossi e blu enfatizzano i potenti headbanging dei componenti della band che, canzone dopo canzone, mi trascinano nel loro mondo. Per non parlare del cantante che, a metà fra il nipote dei Kiss e il figlio di King Diamond, ha saputo animare nel migliore dei modi il pubblico di metallari, incitandoli a “spaccare tutto”.
In seconda battuta, ecco mutare lo scenario (e le dimensioni del palco) con l’ingresso dei Five Finger Death Punch, band californiana groove/alternative metal , per la prima volta dal vivo in Italia.
In America, i ragazzi, vanno fortissimo: gli ultimi due dischi The Wrong Side Of Heaven – The Righteous Side of Hell (Volume 1 e Volume 2) sono al vertice delle classifiche di vendita e, vedendoli ed ascoltandoli, capisco il perché.
Sono energia, empatia e tecnica avvalorate da una delle voci più belle che abbia mai ascoltato. Una voce potente ma armoniosa, che sa passare con disinvoltura dal growl ad uno stile melodico, pizzicando le corde delle emozioni a tutto tondo.
Ed ora veniamo al dunque. Il palco si allarga occupando il forum da parte a parte e sullo sfondo prende vita il famoso Deathbat, emblema della band. La folla è già in delirio. Diecimila anime urlano, si dimenano e attendono con impazienza quel secondo che giunge invece fulmineo: l’ingresso degli Avenged Sevenfold.
Il concerto si apre con Shepherd of Fire anche se, di fatto, per la serata saranno vietati i fuochi. Lo puntualizza lo stesso Matthew Shadows, frontman del gruppo: “Abbiamo una brutta notizia: stamattina abbiamo saputo che non avremmo potuto utilizzare i nostri fuochi d’artificio e ci dispiace molto. Tuttavia, con voi come pubblico, so già che questo sarà un concerto eccezionale!”. Si prosegue con Critical Acclaim e con Welcome To The Family, dedicata a chi, come me, se li sta gustando live per la prima volta. Con Hail To The King il pubblico da’ il meglio di sé, dando manforte al cantante che, nonostante i problemi alla gola, non sfigura affatto. Anzi, proprio a questo riguardo, lo stesso Shadows esclama con aria soddisfatta: “State scherzando? Questa è la folla più rumorosa che abbiamo mai avuto in quindici anni di carriera!”. (Concetto ribadito a fine serata sulla loro pagina Facebook ufficiale:
L’atmosfera si placa momentaneamente con le ballad Buried Alive e Fiction per riaccendersi e riesplodere con Nightmare ed Afterlife. Fra questi due brani, si sono alternati i pezzi “incriminati”, accusati di plagio: Doing Time e This Means War. Il primo, infatti, sembrerebbe la cover di You Could Be Mine dei Guns n’Roses, mentre il secondo la copia riedita e migliorata di Sad But True dei Metallica: impossibile resistere ad intonare le originali!
A questo punto, l’abile chitarrista Synyster Gates ci delizia con un suo assolo che, man mano, trascina la band in una piccola jam session che ci prepara ad un tuffo nel passato con Bat Country e, dopo la piccola messa in scena del “Thank you, goodnight” a due canzoni dalla fine, Unholy Confessions.
A differenza delle scalette dei live precedenti, ecco apparire Chapter Four. Questo pezzo, per la band è molto importante, in quanto vi è racchiusa l’origine del suo nome. Il Capitolo 4 del libro della Genesi narra la storia di Caino e Abele. Caino è condannato a vivere in esilio dopo aver ucciso il fratello Abele e chiunque tenti di ucciderlo sarà a sua volta “Avenged Sevenfold”, punito sette volte tanto.
Insomma, a parte il volume basso (forse intenzionale) della voce e una cattiva regolazione dei volumi durante le prime canzoni, che mi hanno fatto vibrare il cuore in gola, c’è poco da dire: sono stati impeccabili, piacevoli e coinvolgenti da donarci comunque “un piccolo pezzo di paradiso” e a farci dimenticare i fuochi d’artificio.
Un ultimo appunto: Matthew, sei un così bel ragazzo, perché devi conciarti i capelli in quel modo? (Scusate, ma era uno sfogo doveroso!).
Ecco la scaletta completa:
– Shepherd of Fire
– Critical Acclaim
– Welcome to the Family
– Hail to the King
– Doing Time
– Buried Alive
– Fiction
– Nightmare
– This Means War
– Afterlife
– Guitar Solo / Band Jam Session
– Requiem
– Bat Country
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– Chapter Four
– Unholy Confessions
Ringraziando tantissimo Mara per le sue bellissime parole, perchè sembrava di essere lì al concerto, tu ci sei stato? Lascia la tua impressione sul concerto nei commenti se ti va!